Gdf Varese: operazione “Volantino imbucato”

Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Varese hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie emesso dalla Procura della Repubblica di Varese al termine di un’indagine che ha portato all’individuazione di un meccanismo di frode fiscale, operante in Lombardia e sull’intero territorio nazionale.

Le indagini svolte dalla Compagnia di Luino, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Varese, scaturiscono dal monitoraggio dei flussi finanziari, ed in particolare dall’approfondimento di diverse Segnalazioni per operazioni sospette (cd. S.O.S.), afferenti anomale operatività finanziarie da parte di una società operante nel territorio luinese.

Lo sviluppo delle segnalazioni, tramite l’informatica operativa e avanzate tecniche d’indagine, nonché l’acquisizione e l’analisi, con le prerogative di polizia valutaria, di tutti i rapporti finanziari accesi dalle persone fisiche e giuridiche segnalate, costituiva input per l’avvio di specifica attività ispettiva di verifica fiscale nei confronti della società ritenuta capogruppo.

Gli esiti, compendiati in un’articolata Comunicazione di Notizia di Reato trasmessa alla Procura della Repubblica di Varese, evidenziavano elementi anomali rispetto a una genuina gestione delle singole attività d’impresa, nonché l’esistenza di un unico centro dominante d’interessi, rappresentato dalla società verificata e dal suo amministratore di fatto (dominus della frode).

Si accertava in particolare che, la capogruppo, aveva utilizzato in dichiarazione fatture per operazioni inesistenti, emesse da parte di 15 società operanti sull’intero territorio nazionale, riuscendo così a occultare al Fisco una base imponibile pari, complessivamente, a oltre 10 milioni di euro.

In particolare, l’attività economica svolta dal gruppo, legata alla distribuzione di volantini e altro materiale pubblicitario, era imperniata su numerose imprese individuali e società di capitali, tutte riconducibili a soggetti di orgine pakistana, nullatenenti e, alcuni, percettori di prestazioni sociali agevolate.

Le imprese a loro fittiziamente intestate, prive di alcuna struttura operativa idonea a svolgere le prestazioni lavorative fatturate alla capogruppo, hanno sistematicamente omesso gli obblighi di natura contabile, dichiarativa e di versamento delle imposte.

Pertanto, venivano segnalati alla Procura della Repubblica di Varese nr. 4 persone, amministratori pro tempore, di fatto e di diritto, della società utilizzatrice, per l’ipotesi di reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti); 15 persone per emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti alle competenti A.G. in relazione al domicilio fiscale delle imprese.

Nel corso delle indagini venivano segnalati all’A.G. inquirente ulteriori nr. 2 soggetti per le condotte previste e punite per il reato di “Favoreggiamento Personale”.

Sulla base dei numerosi elementi raccolti dalla polizia economico finanziaria, il Pubblico Ministero inquirente disponeva con proprio Decreto il sequestro d’urgenza “per equivalente” dell’importo complessivo di oltre 3.000.000 euro e la contestuale perquisizione personale, locale e informatica, nei confronti degli indagati e della società coinvolta.

In esecuzione del provvedimento in parola, la polizia economico finanziaria sottoponeva a sequestro immobili, automezzi e conti correnti, intestati e/o riconducibili agli indagati, frutto dell’illecito arrichimento.

Nei giorni scorsi, il Giudice per le Indagini Preliminari convalidava il sequestro preventivo.

Condividi:

Related posts